Nel nostro studio parliamo spesso di sostenibilità.
Nei nostri progetti cerchiamo di perseguirla.
I temi sono tantissimi, ovviamente intrecciati tra loro.
Oggi, Global Recycling Day, ne rilanciamo uno tra i più importanti: l’eliminazione o, almeno, la limitazione drastica dell’uso della plastica.
Scrive Greenpeace: “Ogni minuto, ogni giorno, l’equivalente di un camion pieno di plastica finisce negli oceani, diventando un pericolo per tartarughe, uccelli, pesci, balene e delfini”.
La plastica è dannosa ancora prima di entrare in commercio perché il 99% viene prodotta da petrolio e gas fossile, inquina in ogni fase del ciclo di vita, dalla produzione all’incenerimento e, se dispersa in natura, si degrada in tempi estremamente lunghi, fino a 500 anni.
“A Gennaio 2022, grazie alla mobilitazione di migliaia di persone, anche in Italia è entrata in vigore la direttiva europea che vieta la vendita di alcuni prodotti in plastica monouso: piatti, posate, cannucce, agitatori per bevande, aste per palloncini, bastoncini cotonati, alcuni contenitori in polistirolo”.
C’è però una lunga lista di esenzioni e deroghe come, per esempio, gli imballaggi per alimenti, detersivi e prodotti per l’igiene personale, che continueranno ad essere consentiti.
Basta entrare in un supermercato qualsiasi per avere la prova che siamo ancora invasi dalla plastica.
La raccolta differenziata non può bastare perché, con il trend attuale, la produzione di plastica odierna raddoppierà entro il 2050.
E gran parte di questi volumi continuano a finire nel mare (secondo il WWF si parla di 8 milioni di tonnellate ogni anno)
Serve ovviamente che i Governi sviluppino un accordo globale che riduca a zero l’inquinamento del mare e degli oceani causato dalla plastica.
Basterebbe ad esempio cominciare con l’obbligare aziende e multinazionali a vendere sempre più prodotti sfusi o con packaging riutilizzabile.
Ce la possiamo fare?
Per approfondire un bel documentario di Luna Esposito su Will Media: https://fb.watch/g2HzQqnbwm/