Il recente invito di Enrico Pompei, responsabile dell’ufficio politiche forestali presso il Mipaaf (ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), a realizzare biocities tramite la forestazione programmata, urbana e periurbana, è una provocazione interessante.
Di getto mi sorge spontanea una riflessione su alcuni temi:
- Il primato dell’automobile
- La mobilità alternativa
- Il cambio culturale
Le città da ormai un secolo sono disegnate e pianificate in funzione delle automobili e una inversione di tendenza diventa difficile da concepire e ancora di più da attuare.
Perché se pensiamo ad una “città verde” non possiamo immaginare aiuole e alberelli a contorno dei parcheggi, ma dobbiamo concepire un verde strutturale che contenda inevitabilmente lo spazio urbano alle automobili.
Guerra che è già in atto con le biciclette, i monopattini, i pedoni.
Un cambio culturale circa il valore dello spazio pubblico a questo punto è fondamentale.
E questa trasformazione dovrebbe avvenire a discapito dell’individualismo che ci fa pensare di avere diritto di abbandonare le nostre “scatolette di ferro” in giro per la città.
Almeno nelle grandi aree metropolitane i parcheggi privati in superficie non dovrebbero esistere.
E nelle politiche legate alla mobilità dovrebbe avere la priorità l’implementazione e la diversificazione del trasporto pubblico e dei mezzi privati ecologici
Auspico il momento in cui le amministrazioni pubbliche smetteranno di obbligare al reperimento di posti auto per ogni iniziativa edilizia ma premieranno esattamente il contrario, nel contempo stimolando anche interventi organici di miglioramento degli spazi pubblici.
Per approfondire:
Marco Valsecchi – La biocittà che sale: immaginando il futuro delle foreste urbane
FAO – Global Forest Resources Assessment 2020
http://www.fao.org/forest-resources-assessment/2020/en/
FAO – Forests and sustainable cities