La decuplicazione dello spazio ha sempre fatto parte delle mansioni dell’architetto.
Chi, svolgendo la professione, non si è sentito rivolgere richieste che, matematicamente, non erano possibili?
Eppure, ognuno di noi architetti, a quelle richieste ha tentato comunque di dare risposta.
Così spesso in 25 mq hanno preso corpo abitazioni capaci di trasformarsi sul modello del monolocale abitato da Artemio alias Renato Pozzetto nel film “il ragazzo di campagna” (https://m.youtube.com/watch?v=fd4nKJPmWGA).
Abbiamo tutti tentato di nobilitare il materiale che avevamo in mano, per povero che fosse.
E d’altra parte, come per molti colleghi, uno dei miei primi testi universitari (da cui ho tratto il titolo di questo post) fu quello di Cini Boeri – già collaboratrice di Gio Ponti e Marco Zanuso e vincitrice del Compasso d’oro – “Le dimensioni umane dell’abitazione. Appunti per una progettazione attenta alle esigenze fisiche e psichiche dell’uomo”
“Elementi di comfort ambientale che sono stati fino a oggi prerogativa di un’edilizia privilegiata, possono essere utilizzati in una progettazione economica su larga scala, purché destinata a soddisfare le esigenze degli abitanti piuttosto che quelle del mercato. Partendo dalla scala minore dell’arredamento, verificando cioè la corrispondenza tra spazi necessari e loro uso nei locali che costituiscono l’abitazione urbana, e con attenta lettura ai mutati costumi della nostra società, l’A. individua elementi utilizzabili su scala maggiore, per una progettazione di nuove tipologie della casa, flessibili e adattabili a diverse situazioni, in continua evoluzione“.
Siamo negli anni ’80 ed in questa filosofia c’è già tutto quello che si vorrebbe o dovrebbe dire oggi.
Cioè ribadire e riaffermare la figura dell’Architetto quale attore fondamentale nella guida dei cambiamenti e dell’evoluzione della nostra società.
Un ruolo che dovrebbe e dovrà avere, anche scontrandosi e confrontandosi con contesti molto difficili come quello che stiamo vivendo.
Fanno sorridere le affermazioni per cui “ciascuno ha avuto modo in questa quarantena forzata di fare un menu delle preferenze: una stanza in più, la terrazza, un secondo bagno, l’affaccio su una via meno rumorosa e così via” (ilsole24ore, 6 aprile 2020, https://www.ilsole24ore.com/art/la-casa-tiene-valore-se-qualita-ADFapSI).
C’è l’erroneo presupposto che, fino a ieri, le persone acquistassero abitazioni più piccole o di qualità inferiore per una scelta di vita e non in base alla propria capacità economica.
Capacità economica che domani, quando questa emergenza sarà finita, sarà ulteriormente ridotta, chiamando tutti ad una seria riflessione su temi di più ampio respiro.