Lo dico subito: non credo che dopo la pandemia saremo più buoni, più sensibili, più empatici, più saggi.
Insomma , non saremo diversi.
Saremo quelli che siamo sempre stati.
Quindi non mi appassionano le dissertazioni dei numerosi psicologi, politici, opinionisti, giornalisti su questo argomento.
Penso che oggi sia necessario approfittare di questo “rallentamento” per confrontarsi su temi e problematiche che conosciamo bene e a cui non siamo ancora riusciti a dare una risposta.
Per questo ho trovato interessanti i concetti, espressi da Stefano Boeri, riportati nell’articolo del Sole24ore del 30 marzo 2020 “Dalla scuola alla casa, il Covid-19 cambierà il modo di costruire” (https://www.ilsole24ore.com/art/dalla-scuola-casa-covid-19-cambiera-modo-costruire-ADBG8sG); concetti che oggi trovano una accelerazione dovuta all’emergenza che stiamo vivendo ma di cui si dibatte ormai da lungo tempo.
L’articolo parla delle città e delle trasformazioni che le coinvolgeranno nei prossimi anni.
Boeri indica tre temi: la mobilità (gestita esclusivamente con fonti rinnovabili), la forestazione urbana (attuata prima di tutto nelle 14 aree metropolitane presenti in Italia), la transizione energetica (con la realizzazione di una rete di imprese per la produzione di energia pulita).
Ne deriva la necessità di attivare quanto prima grandi investimenti pubblici nell’edilizia, che diano impulso a tali trasformazioni e aiutino anche a far ripartire l’economia del Paese.
Nel condividere la visione di Boeri, immagino la possibilità che sia innescato un processo virtuoso.
Auspico nel contempo una politica che abbia più coraggio, più immaginazione e più determinazione per realizzare le città di domani; insomma, una visione più ampia di quanto dimostrato fino a ieri.
A questo proposito ricordo che nel febbraio del 2018 fui invitato ad una Tavola rotonda sulla mobilità alternativa a cui partecipavano professionisti, studiosi del settore, amministratori pubblici ed esperti di sviluppo urbano (https://www.a-side.it/utxs2/mobilita-alternativa-sfide-e-opportunita/).
Mentre io, attraverso gli interventi dei vari ospiti, ero proiettato in una città solare dove circolavano mezzi pubblici con guida autonoma e gestiti in rete in funzione degli utenti, vedevo edifici che non consumavano ma producevano energia da mettere in rete, percorrevo strade non più occupate da parcheggi ma da alberi e aree verdi, un amministratore locale parlava di piste ciclabili per consentire la circolazione delle biciclette nel traffico.
Ecco, la maggior parte di quel consesso era in vetta, la politica era al campo base.